Riprendiamo il comunicato del 6 agosto scorso dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro relativamente ai controlli effettuati dall'istituto contro lo sfruttamento e il caporalato. I dati ufficiali sono inquietanti e legittimano la domanda relativa alla qualità della classe imprenditoriale del Paese e alla sua attenzione ai temi della legalità, della sicurezza sul lavoro e dei diritti vigenti dei lavoratori e delle lavoratrici. I dati pubblicati e che qui riportiamo possono essere collegati a quanto drammaticamente accaduto in Italia nel corso delle ultime settimane relativamente agli incidenti mortali. Era accaduto a Luana D'Orazio a maggio scorso. La giovane italiana era morta mentre lavorava nell'azienda tessile dove era impiegata da anni. È accaduto a Laila El Harim, morta la mattina del 3 agosto scorso a 40 anni, mentre lavorava nell'azienda di packaging 'Bombonette' di Camposanto (Mo). La procura di Modena, a quanto si apprende, avrebbe iscritto nel registro degli indagati il legale rappresentante dell'azienda stessa. Laila più volte avrebbe segnalato la mancanza delle misure di sicurezza del macchinario in cui era impiegata e il rischio che correva ogni giorno. Laila ha lasciato una bambina di 4 anni. È accaduto ancora mercoledì 4 agosto ad un operaio di 53 anni deceduto mentre lavorava in un cantiere dell’autostrada A15, a Parma. Secondo la prima ricostruzione della Polizia stradale, il 53enne è stato travolto da una ruspa che andava in retromarcia e che lo ha schiacciato contro una macchina asfaltatrice.
I dati ufficiali dell'Ispettorato nazionale meriterebbero una lunga riflessione accademica, politica e di tutti coloro che hanno a cuore la difesa del lavoro come processo di emancipazione e non di sfruttamento.Nell'ambito del progetto di vigilanza "Alt Caporalato", infatti, che ha interessato per due settimane il settore merceologico della "logistica", l'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Milano ha coordinato una task force a cui hanno partecipato anche gli Ispettorati di Roma, Lecce, Livorno, Cuneo, Brescia e i mediatori culturali messi a disposizione dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni per una serie di controlli sul territorio milanese.
L'attività di vigilanza straordinaria si è estesa, oltre che nelle aree limitrofe alla città di Milano, anche nel territorio di Bergamo ed ha interessato complessivamente 18 imprese di varie dimensioni le quali sono risultate essere tutte irregolari. Nel corso degli accertamenti sono state controllate le posizioni lavorative di 205 lavoratori del settore logistico di cui 106 cittadini italiani, 16 cittadini comunitari e 83 provenienti da Paesi extra-UE.
Già in occasione dell'accesso ispettivo, sono stati riscontrati anche alcuni illeciti per lavoro "in nero". Al termine degli accertamenti attualmente in corso, sarà possibile verificare l'emergere di ulteriori ipotesi di irregolarità, in particolare in materia di appalto illecito/somministrazione irregolare, di orario di lavoro oltre che di infedeli registrazioni sui prospetti di paga.