Processo Fincantieri: processo per corruzione e caporalato. Alla faccia di un reato marginale e primitivo

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26 marzo 2023

Qualcuno afferma che il caporalato è un crimine primitivo, che appartiene a pratiche rudimentali, arretrate. E per questo, nonostante la sua diffusione, esso rappresenterebbe organizzioni imprenditoriali non evolute, gestite in modo primordiale da qualche criminale desideroso di fare soldi in fretta sulla pelle dei lavoratori. Questa è in realtà una lettura superficiale e essa stessa primitiva. Lo sfruttamento, il caporalato, la corruzione, sono radici di una pianta comune che si chiama capitalismo. Ciò non significa che ogni espressione del capitalismo derivi direttamente da queste pratiche e azioni illegali, ma di esse si nutre anche solo in potenza. Ossia come risorsa manageriale, pratica implicita e sempre accessibile. Ciò vale in particolare quando il capitalismo entra in crisi o vive una fase espansionistica. Vale per le piccole aziende come per le grandi società. Quanto scriviamo ora deriva dalla lettura di alcuni articoli di giornale (Il Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova di Venezia del 16 febbraio 2023). Vale la pensa riflettere con attenzione su suoi contenuti, consideranto che riguarda, come riporta la stampa locale, il processo di Fincantieri Spa accusata di corruzione e caporalato (intermediazione illecita).

L’udienza del 15 febbraio 2023 del processo per i reati di corruzione tra privati, caporalato e favori personali a dirigenti e dipendenti della Fincantieri Spa, davanti al giudice Maria Rosa Barbieri, è vissuta interamente sulle eccezioni delle difese alle richieste di costituzione di parte civile dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali. I legali delle difese dei 32 imputati hanno eccepito che le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e COBAS non hanno patito danni per la corruzione tra privati, mentre per i 40 lavoratori richiedenti sarebbero da escludere quelli che avevano trattamenti orari superiori ai cosiddetti minimi del CCNL. Gli avvocati di parte civile hanno ribadito che non si può considerare solo la cifra della cosiddetta paga globale, ma va tenuto conto anche delle mancate corresponsioni del salario differito e della parte normativa non rispettata (ferie, malattie, turni massacranti), per stabilire il danno economico patito. Il giudice si è riservato una decisione nella prossima udienza, in calendario per il 22 marzo 2023. Per molti reati (ad eccezione del caporalato) si avvicina la prescrizione, per cui bisogna fare in fretta. Relativamente alla richiesta di eventuali patteggiamenti, solo 5 imputati hanno comunicato che sono in corso delle trattative con il PM Giorgio Gava per uscire dal processo.

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