Nel 2022 si è registrato un deciso incremento nelle entrate programmate di lavoratori immigrati: si tratta di un flusso pari a 922 mila assunzioni, +250 mila rispetto al 2021 e quasi +295 mila sopra il livello del 2019. Un ritmo di crescita che è stato quindi superiore a quello che ha interessato il complesso delle entrate programmate: +47% tra il 2019 e il 2022 per i lavoratori immigrati e +12,2% per il complesso della domanda di lavoro delle imprese.
Quello dei lavoratori di origine immigrata è un segmento del mercato del lavoro che svolge da tempo un ruolo fondamentale in tanti ambiti produttivi, con un peso che è atteso aumentare per l’impatto delle dinamiche demografiche. E’ lo scenario delineato dal volume “Lavoratori immigrati, 2022” del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
“Il Documento di economia e finanza mostra la correlazione tra debito pubblico e presenza di lavoratori immigrati”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “In particolare il DEF evidenzia che, a causa della riduzione demografica che l'Italia sta vivendo, un aumento di circa il 30% di ingressi di migranti porterebbe a una consistente riduzione del debito pubblico nei prossimi decenni. E i dati Excelsior confermano oltretutto che le imprese hanno una forte necessità di manodopera che può essere assicurata dagli stranieri. È importante perciò che le scelte sulle politiche migratorie siano inquadrate anche nella prospettiva della crescita economica del Paese".