L'associazione Tempi Moderni esprime la propria profonda preoccupazione e indignazione per lo studente italo-palestinese Khaled El Qaisi, arrestato lo scorso 31 agosto dalla polizia di frontiera israeliana al valico di Allenby tra Cisgiordania e Giordania, mentre si trovava con la moglie e il figlio, diretti ad Amman per rientrare in Italia.
El Qaisi risulta attualmente detenuto presso il carcere israeliano di Rishon le-Tsion in assenza di capi di imputazione. El Qaisi, studente del corso di laurea triennale in Lingue e civiltà orientali dell’Università Sapienza di Roma e traduttore, è stato tra i fondatori del Centro di documentazione palestinese e un suo attivista fondamentale.
Tempi Moderni si unisce alla richiesta formulata dai legali di El Qaisi e ripresa da associazioni nazionali e internazionali, tra le quali Giovani Palestinesi d’Italia, Amnesty International Italia e lo European Legal Support Center, nonché dalla Special Rapporteur delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati.
Come espresso da Amnesty International Italia, “il caso di Khaled non è purtroppo un incidente isolato. Israele detiene in flagrante violazione del diritto internazionale e del giusto processo 5000 palestinesi, di cui oltre 1200 senza accusa né processo. Serve una risposta forte a livello internazionale”.
Tempi Moderni chiede l’immediato e incondizionato rispetto dei diritti di Khaled El Qaisi - tra i quali il trattamento umano e dignitoso e il diritto a un processo equo - e domanda l’intervento urgente da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale italiano a tutela del cittadino italo-palestinese.
Tempi Moderni inoltre condanna l’arresto di El Qaisi nel quadro della più ampia repressione attuata da Israele nei confronti di studenti/esse, giornalisti/e, ricercatori/trici e accademici/che che, nei loro studi, ricerche e interventi, esprimono critiche alle politiche governative.