Aste giudiziarie per chiudere affari illeciti e sanatorie

PhD in sociologia, presidente della coop. In Migrazione e di Tempi Moderni a.p.s.. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni e sulla criminalità organizzata.
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21 dicembre 2021

Li ho trovati davanti il cancello di casa. C'era un noto commercialista e una coppia che insieme mi comunicavano di andarmene quanto prima perché la casa era stata da loro acquistata all'asta per trasformarla in un resort per turisti”. Sono le parole di un uomo di Latina che ha deciso di denunciare alla Questura di Latina un sistema affaristico e criminale che potrebbe coinvolgere come vittime migliaia di persone. Tutto nasce, guarda caso, dalla sanatoria del governo Berlusconi (art. 36 del D.P.R. n. 380/2001) che da vent'anni permette di sanare capannoni e ville abusive mediante il ricorso strumentale ad aste giudiziarie. “Erano persone che avevano un atteggiamento arrogante quelle che ho trovato davanti casa. Mi fecero peraltro subito capire che conoscevano già molto bene tutto l'immobile e il terreno agricolo circostante”, continua la vittima. Il caso specifico riguarda la procedura esecutiva n. 219/1992 in corso presso l’ufficio del Giudice delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Latina relativamente ad una azienda agricola di Latina nelle cui adiacente sono state costruite alcune ville abusive occupate da persone probabilmente vicine al clan di origine rom Di Silvio, imparentato coi Casamonica.

La causa giudiziaria, caratterizzata da vistose anomalie, è stata attivata con un decreto ingiuntivo nel lontano agosto del 1990 ed è ora giunta alla sua fase finale. Coloro che hanno presentato offerta di acquisto all’ultimo incanto, già ridotto del 60% rispetto al prezzo base, hanno dichiarato di essere stati attratti, oltre che dal prezzo basso, anche dalla possibilità di ottenere un'insolita sanatoria dal Comune di Latina con un aumento di volumetria che potrebbe essere persino il doppio della cubatura esistente. “Le famiglie che hanno occupato le ville intorno al mio terreno organizzano feste faraoniche e si sono collegate abusivamente alla mia fognatura senza che sia mai intervenuta la Polizia Municipale”.

Per capire questo business si deve andare con ordine. Alcuni avvocati e commercialisti suggeriscono a varie imprese edili di costruire abusivamente ville, capannoni e magazzini anche in luoghi di particolare pregio ambientale, come aree protette, prevedendo al termine della loro realizzazione l'occupazione da parte di personaggi o intere famiglie compiacenti. Subito dopo il professionista si rivolge al tribunale locale per attivare la procedura esecutiva per la vendita all'asta giudiziaria dell'immobile che permetterà, grazie alla sanatoria berlusconiana, di regolarizzare l'abuso edilizio. Le possibilità che si aprono a questo punto sono due: rivendere l'immobile sanato in un mercato immobiliare drogato, oppure proporlo agli ex proprietari per mezzo di intestazioni fittizie. Può anche accadere che la costruzione abusiva, realizzata da una sola persona o da una famiglia, venga fatta risultare come unico bene posseduto mentre un altro soggetto, ancora un avvocato, in accordo col primo, attiva nei suoi confronti, presso il tribunale locale, un decreto ingiuntivo e un pignoramento per un credito fittizio vantato nei suoi riguardi. La procedura giudiziaria per la vendita all'asta del bene immobile si avvia così senza destare sospetti, prevedendo notevoli ribassi derivanti dai vari tentativi di vendita andati a vuoto. A questo punto un terzo sodale acquista a prezzi irrisori la villa o l'azienda agricola e chiude un affare d'oro, con annessa sanatoria.

Nelle aste giudiziarie immobiliari, infatti, succede raramente che la vendita degli immobili avvenga al primo incanto e al prezzo di mercato stabilito dalla perizia del Tribunale. Seguono così una serie di aste che abbassano il prezzo prestabilito anche del 25% ad ogni tentativo di vendita. Ciò significa che all’ultimo incanto l’acquisto di quell'immobile si può ottenere pagando appena il 20% del suo valore di mercato. Come se non bastasse, le ville abusive possono essere realizzate con denaro sporco, che proprio mediante questa procedura viene ripulito senza destare sospetti.

Di questo business sono parte attiva anche le agenzie immobiliari locali che, partendo dai prezzi bassi relativi alle offerte minime successive ai ribassi d’asta previsti da procedura giudiziaria, offrono agli interessati tutti i servizi per la loro partecipazione alle aste giudiziarie in corso. I servizi riguardano anche l’ottenimento di mutui a tassi agevolati rimborsabili con buone dilazioni di pagamento, oltre ai sopralluoghi e ai contatti con i custodi giudiziari. C’è persino l’opportunità di essere avvisati se un’asta di vendita è andata deserta, così da partecipare a quella successiva ad un costo significativamente inferiore. L’assenza di costi di trascrizione e altre agevolazioni completano la convenienza dell’acquisto. Un sistema criminale quasi perfetto, oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata dal senatore Sandro Ruotolo rivolta al Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese e a quello della Giustizia Marta Cartabia per fermare definitivamente un affare a tutto vantaggio di mafiosi e avvocati compiacenti.
Proprio in provincia di Latina numerose inchieste e sentenze hanno da tempo messo in luce la perversa alleanza tra mafie, liberi professionisti e politici vari. Tra le varie, le operazioni “Don’t Touch”, “Arpalo” e “Ottobre Rosso”, condotte dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato, relativamente ad una vasta rete imprenditoriale con al centro l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Pasquale Maietta e il clan Di Silvio. Il primo è l'ex tesoriere del gruppo parlamentare della Meloni alla Camera. Ancora a marzo scorso, la Procura e la Questura hanno sgomberato un'intera lottizzazione abusiva composta da 5 lotti con ville lussuose realizzate ancora dal clan Di Silvio a Borgo San Michele, nel Comune di Latina, amministrato dal rieletto Sindaco Damiano Coletta. Negli immobili, come sempre, sodali e parenti del clan che provvedevano ad insediarsi e a gestire affari criminali come lo spaccio di droga. Ovviamente nessun dirigente delle varie amministrazioni comunali interessate si è mai accorto di quegli abusi e delle persone che lì trasferivano la loro residenza. In un caso specifico il Comune di Latina risulta addirittura pagare da anni l'elettricità e la raccolta dei rifiuti di un immobile abusivamente occupato di proprietà della stessa amministrazione comunale. Insomma, oltre il danno anche la beffa, considerando che si tratta di beni e denaro pubblico.

Anche nel Comune di Sabaudia, governato dal Sindaco Giada Gervasi, non mancano le medesime situazioni, sul quale sarebbe utile un'approfondita indagine volta a chiarire fatti e collusioni. Il Comune di Sabaudia è da anni aggredito da abusivismo edilizio e forma varie di speculazione. Arrestare questo fenomeno permetterebbe di salvaguardare gli equilibri ambientali dell'area ma anche fermare interessi e affari illeciti sedimentati negli anni e drammaticamente diffusi. Si tratta peraltro di Comuni che fanno parte del Parco nazionale del Circeo in cui ogni illecito amplifica il profitto per il valore dei terreni e del relativi profitti. Chi ha avallato quelle strane procedure? Cosa ne ha guadagnato? Che relazioni ci sono con gli amministratori locali? Che ruolo ha avuto l'ente Parco nazionale del Circeo in questa vicenda? Domande alle quali si spera di avere presto una risposta soddisfacente.

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