"Articolo 1. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro sfruttato" (Infinito ed., Tempi Moderni), a cura di Marco Omizzolo

Condividi
12 agosto 2022

“Secondo l’istituto Eurispes, il business delle agromafie “vale” circa 24,5 miliardi di euro l’anno – scrive il sociologo Marco Omizzolo nella collettanea da lui curata dal titolo Articolo 1. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro sfruttato. Troppo, obiettivamente, per un Paese che si proclama fondato sul lavoro e che ha visto donne e uomini morire per difendere giustizia, legalità, libertà, contro i poteri padronali e mafiosi che hanno stretto al collo la nostra Costituzione e il diritto comune a vivere in un Paese libero e accogliente. Un business macchiato del sangue e del sudore di oltre 180mila persone che vivono condizioni di lavoro para-schiavistiche, subordinati al comando di un boss, capo, manager o padrone. Uomini e donne, queste ultime a volte anche vittime di violenze sessuali, di cui non abbiamo una vigile e indomabile coscienza ma una colpevole abitudine alla convivenza non consapevole”.

Sfruttamento, razzismo, violenza e mafie non sono fenomeni occasionali o marginali. Si tratta di fenomeni sociali e sistemici che caratterizzano parte del sistema sociale e produttivo del Paese. Sono però sempre più le persone che ogni giorno lottano contro queste degenerazioni. Articolo 1 racconta le storie e le ragioni che spingono a non abbassare più la testa ma a ribellarsi contro i padroni e i padrini di questa Italia. Dalle condizioni di lavoro dei braccianti immigrati in Italia allo sfruttamento nel settore della pesca, dei riders, dell’edilizia e del commercio, dalla lotta legale per ottenere verità e giustizia per Soumaila Sacko allo sfruttamento di nostri connazionali nella coltivazione del tabacco, dalle lotte dei braccianti italiani emigranti in Messico agli inizi del Novecento a quelle dei braccianti immigrati per il diritto al lavoro e all’ambiente condotte oggi in Italia, fino alla comprensione dello sfruttamento vigente in aree a tradizionale sviluppo economico e benessere sociale, come la Toscana, conoscere è la prima forma di emancipazione dal giogo delle mafie e del caporalato. Per non essere complici o indifferenti è necessario approfondire e partecipare alla vita degli sfruttati e alla loro piena e legittima domanda di giustizia e libertà.

Con testi di:
Marco Benati, Jean René Bilongo, William Chiaromonte, Beppe De Sario, Emilio Drudi, Sara Manisera, Angelo Mastrandrea, Federico Oliveri, Marco Omizzolo, Sara Pirandello, Arturo Salerni, Pina Sodano

Il libro:
Titolo: Articolo 1
A cura di: Marco Omizzolo. Con testi di: Marco Benati, Jean René Bilongo, William Chiaromonte, Beppe De Sario, Emilio Drudi, Sara Manisera, Angelo Mastrandrea, Federico Oliveri, Marco Omizzolo, Sara Pirandello, Arturo Salerni, Pina Sodano. (€ 12,00 – pag. 96)

Per acquistarlo online: https://www.infinitoedizioni.it/prodotto/articolo-1litalia-e-una-repubblica-fondata-sul-lavoro-sfruttato/

Il curatore
Marco Omizzolo
, presidente di Tempi Moderni, sociologo Eurispes, docente di Sociopolitologia delle migrazioni all’università Sapienza di Roma, lavora da anni sui temi dello sfruttamento del lavoro, della tratta internazionale, del caporalato e delle schiavitù contemporanee. Mediante osservazione partecipata ha vissuto per 18 mesi nella comunità indiana dell’Agro Pontino. Ha inoltre lavorato come bracciante infiltrato per tre mesi in diverse aziende agricole sotto caporale indiano e padrone italiano. Ha continuato i suoi studi in India seguendo per tre mesi un trafficante indiano di esseri umani. Ha organizzato, insieme alla Cgil, a Latina, il 18 aprile 2016, il più importante sciopero italiano di braccianti immigrati. A ottobre del 2019 e a settembre del 2020 ha replicato lo sciopero con quasi duemila braccianti indiani. Nel 2019 è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca contro lo sfruttamento lavorativo e le schiavitù. Da diversi anni vive sotto tutela da parte delle forze dell’ordine per le minacce subite. Per Infinito edizioni, è direttore editoriale della collana “Tempi Moderni”.


Leggi anche