La Piazza del Mondo a Trieste comincia a riempirsi nel tardo pomeriggio, quando il sole comincia a calare. Gli abitanti hanno ormai imparato l'arte dell'attesa. Si aspetta che vengano distribuiti i biglietti per la cena e quelli per i vestiti, si aspetta l'arrivo delle infermiere a cui mostrare le piaghe e le ferite, si aspetta l'arrivo di qualcuno con cui scambiare due parole. Si aspetta che il tempo passi o si trasformi.
Si aspetta l'arrivo di qualcosa di nuovo. Si aspettano, ad esempio, gli scout, che proprio oggi, con il loro carico di energie e curiosità, sono arrivati a giocare, a danzare, a distribuire il cibo, a ricamare i nomi di chi non c'è più, ad ascoltare le storie di chi ha attraversato i Balcani a piedi ed a raccontare di come, anche loro a piedi, sono arrivati a Trieste. Ventenni che accolgono loro coetanei. E così gli scout hanno riempito la piazza di vita e di risate.
In tutto questo, affamate ed impaurite, le persone continuano ad arrivare. E la piazza continua ad accogliere.