La Corte Internazionale di Giustizia ha definito gli eventi che hanno portato alla distruzione quasi totale della Striscia di Gaza da parte di Israele come plausibile genocidio. In poco più di un anno, oltre 42.000 persone sono state uccise dai bombardamenti indiscriminati di abitazioni e infrastrutture civili. Se si considera che aggressioni militari di questo tipo causano un minimo di 4 volte di più di morti indirette, il numero reale di vittime arriverebbe a 186.000. Inoltre più di 100.000 persone risultano ferite e oltre 10.000 disperse, con un numero di sfollati che si aggira intorno ai 2 milioni.
Insieme con l'infrastruttura civile, è scomparso anche il sistema di istruzione: nella Striscia di Gaza non esiste più nessuna delle sue 12 università e più dell’80% delle scuole sono state distrutte. Quello a cui assistiamo è uno scolasticidio violento e devastante. Ciò che accade a Gaza è reso possibile dal supporto militare, diplomatico e politico degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dell’Italia. Sebbene questo massacro sia sostenuto da chi ci governa, incontra una crescente opposizione da parte della società civile.
La Rete Ricerca e Università per la Palestina (RUP) è una rete nazionale di docenti, ricercatori/trici, lavoratori/trici della Pubblica Amministrazione delle università e dei centri di ricerca italiani. RUP riconosce il ruolo fondamentale che le nostre università e centri di ricerca hanno nella costruzione di una società civile democratica, che rispetti il principio di autodeterminazione dei popoli, i diritti umani e la tutela dell’ambiente. RUP ritiene che sia possibile e doveroso fare pressione dai nostri luoghi di lavoro affinché cessi il genocidio in corso ed affinché venga interrotta la catena di impunità che lo consente
RUP, insieme a Docenti per Gaza, aderisce il 4 novembre alle mobilitazioni contro la guerra e la militarizzazione della società e dei luoghi di formazione e lancia una giornata di agitazione e di sciopero bianco nei luoghi di lavoro. RUP si mobilita per:
- Un immediato e permanente cessate il fuoco, la fine dell’occupazione e del regime di apartheid israeliano, per il legittimo diritto al ritorno del popolo palestinese come sancito dalla dichiarazione 194 del 1948 dell’ONU.
- L’applicazione di codici etici inclusivi e processi di due diligence per garantire ogni estraneità dei nostri luoghi di lavoro con violazioni dei diritti umani, guerre e genocidi.
- L’impegno del governo e delle università a finanziare i processi di ricostruzione dei territori palestinesi occupati e bombardati e di tutto il loro sistema educativo.
Come strumento di pressione per ottenere gli obiettivi precedenti, chiediamo l’interruzione immediata delle forniture di armi ad Israele. L’Italia è infatti il terzo fornitore di armi ad Israele al mondo, dopo USA e Germania.
Proponiamo la sospensione degli accordi accademici con gli atenei e le aziende israeliane fino a che non si otterrà la fine del genocidio e del regime di apartheid e colonialismo in Cisgordania; l’interruzione delle collaborazioni fra le Università e le aziende che fanno parte del settore militare industriale e di ogni accordo a possibile scopo dual-use per non essere complici del presente e futuri massacri.
Link per registrarsi: https://dcu-ie.zoom.us/meeting...