Lo scudo penale è stato cancellato! Un attentato alla giustizia sventato grazie alla mobilitazione nazionaleredazione

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19 dicembre 2025

La Commissione attività produttive della Camera ha votato la soppressione del capo VI del DDL PMI che conteneva la nuova certificazione della filiera della moda e lo scudo penale in favore dei grandi marchi. Una decisione accolta con soddisfazione da Campagna Abiti Puliti. La norma avrebbe indebolito la responsabilità dei brand committenti in caso di sfruttamento e caporalato nella filiera. La sua cancellazione è un primo passo necessario per tutelare lavoro e legalità.

La soppressione dello scudo penale è stata la richiesta specifica dell’appello lanciato l’11 novembre 2025 - al quale hanno aderito oltre 40 organizzazioni della società civile, sindacati e imprese (lista aderenti in calce), compresa Tempi Moderni - e di una petizione, lanciata il 25 novembre da Campagna Abiti Puliti e che ha raccolto oltre 3500 firme.

Un ottimo risultato - per Deborah Lucchetti, coordinatrice nazionale e portavoce della Campagna -. Campagna Abiti Puliti ha svolto il ruolo di connettore, unendo la società civile, i cittadini e le rappresentanze del lavoro per creare una pressione forte, condivisa e visibile».

«La nostra priorità era riportare al centro del dibattito un problema concreto e documentato: lo sfruttamento nella filiera moda non può essere normalizzato, né protetto da uno scudo penale. Ma non ci fermiamo qui. La vera partita inizia adesso. Il settore tessile ha urgente bisogno di una riforma strutturale per la quale è essenziale il contributo qualificato dei diversi attori della società civile e del mondo del lavoro”», conclude Lucchetti.

Campagna Abiti Puliti ribadisce la necessità di una riforma del settore moda che vada nella direzione della transizione giusta e il proprio impegno a monitorare le prossime attività legislative affinché nessuna norma possa legittimare pratiche di sfruttamento e lasciare indietro i soggetti in condizione di maggiore vulnerabilità.

Elenco promotori appello NO AL CAPORALATO MADE IN ITALY in ordine alfabetico

  1. ADL Cobas
  2. AltraQualità
  3. ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione
  4. Centro Nuovo Modello di Sviluppo
  5. Campagna Abiti Pulit
  6. Equo Garantito - Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale
  7. FAIR
  8. Fashion Revolution Italia
  9. Filctem CGIL
  10. Focsiv ETS - Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana
  11. Fondazione Finanza Etica
  12. Human Rights International Corner
  13. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
  14. Mani Tese ETS
  15. Movimento Consumatori APS
  16. OEW - Organizzazione per Un mondo solidale OdV
  17. Oxfam Italia
  18. Sindacato Intercategoriale COBAS
  19. SUDD Cobas Sindacato Unione Democrazia Dignità Cobas
  20. The Good Lobby Italia
  21. Tramaplaza
  22. Transparency International Italia
  23. UILTEC Nazionale (Unione Italiana Lavoratori Tessile Energia Chimica)

Adesioni

  1. Algonatural
  2. ARCI Nazionale
  3. Associazione Comma2 - Lavoro è Dignità
  4. Associazione Mani Tese di Finale Emilia
  5. Casa del Popolo Estella APS
  6. Collettivo di Fabbrica ex-GKN
  7. Comune.info
  8. Cooperativa di Commercio Equosolidale Com.e.s. scarl
  9. Cooperativa Mani Tese
  10. Fairtrade Italia
  11. Fridays for Future Italia
  12. GOEL - Gruppo cooperativo
  13. Legambiente Gemme APS
  14. Officina Solidale APS
  15. Oscar Romero Associazione di Promozione Sociale
  16. Paese Reale
  17. Rén Collective APS
  18. Reorient onlus
  19. RESS Roma - Rete romana economia sociale e solidale
  20. RIES Rete italiana economia solidale
  21. SenzaFiltro
  22. Tempi Moderni
  23. Unicheunite
  24. Valori


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