Innovazione sociale, neomutualismo civico, come costruire pratiche di comunità partecipative nella società dell’incertezza dialogo con Andrea Catarci, amministratore locale, ricercatore sociale e responsabile ufficio di scopo giubileo di Roma Capitale

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16 settembre 2025

Cosa si intende intanto per mutualismo solidale?

La tendenza sociale ed economica di questi anni va verso un quadro di aumento delle disuguaglianze urbane, ove emergono aspetti controversi tra ricchezza e povertà. Potremmo chiamarla anche “marginalità”, come facciamo con il professor Salvatore Monni sulle forme civiche di partecipazione attiva alla democrazia sociale. In questa chiave di lettura si ha la risposta alla crisi sistemica e strutturale del Welfare, attraverso le esperienze autogestite e reti civiche che si stanno costruendo sui territori con nuovi modelli di solidarietà sociale dal basso.

In questa direttrice di ricerca, la città di Roma offre buone pratiche, come i Poli Civici di Mutualismo Solidale. Le grandi aree urbane rappresentano un osservatorio utile e un laboratorio di policies, ove i divari di cittadinanza si evidenziano con plasticità sui territori.

Oltre i divari descritti finora, vi sono fenomeni come:

· Gentrificazione

· Deficit abitativi

· Over tourism

· Nuove disuguaglianze

· Mancata redistribuzione della ricchezza

· Deficit relazionali

· Esclusione sociale

In questo quadro si accompagna poi un mancato cambiamento sociale, costellato da una rappresentanza politica che fatica a esprimersi in termini di partecipazione e di legami comunitari.

Le buone pratiche che menzionavo in esordio servono a evitare tale fenomenologia, oltre che dare il prodromo per un nuovo modello di sviluppo sui territori, più solidale sostenibile in tutte le sue dimensioni.

Chi sono i protagonisti di queste buone pratiche?

Sono gli attori non istituzionali, come associazioni, comitati, cooperative di comunità, cooperative, reti informali sociali che con pratiche autogestite fanno coinvolgimento sinergico di cittadinanza. Esse divengono come centri di aggregazione sociale, come all’inizio del Novecento le Case del Popolo del movimento operaio, rigenerando il tessuto sociale e comunitario, ma soprattutto la fiducia nella partecipazione civica alla cosa pubblica, allo spazio comunitario.

In questo percorso sulla partecipazione sorgono nuovi profili di responsabilità sociale e nuove forme di relazione anche con la pubblica amministrazione attraverso il paradigma della cura, creando anche opportunità di ricostruzione della dimensione economica dei territori e dei luoghi, puntando sulla formazione, orientamento al lavoro, iniziative di welfare, sport e cultura.

Ci descrive il modello di Roma Capitale?

Iniziamo col dire che l’attivismo del mutualismo solidale ha vari modelli in molteplici città come Torino o Milano con le loro peculiarità. Guardando alla Capitale possiamo descrivere tale modello da un contesto urbano con evidenti squilibri tra aree periferiche e quartieri ad alta infrastruttura sociale ed economica. In questo scenario di disuguaglianze territoriali si inseriscono i Poli Civici che divengono volani di prossimità e di fiducia reciproca nel futuro. Hanno fatto da apripista quelli di Esquilino e Quarticciolo con traiettorie e direttrici di sviluppo differenti, ma resi operativi nel fare prossimità, nel fare inclusione, cittadinanza attiva.

Due esperienze che vanno oltre il mero assistenzialismo, ma modelli di auto gestione delle comunità locali, che affrontano la sfida di costruire infrastrutture del possibile per implementare la lotta alla disparità con relazioni sociali, cultura, sociale e solidarietà.

Altre esperienze similari stanno nascendo in altri luoghi e municipi (Bastogi, V Municipio, Corviale, Santa Maria della Pietà), con il sostegno delle istituzioni come Roma Capitale e i Municipi di riferimento, con l’istituzione dell‘Ufficio di scopo Giubileo delle Persone e della Partecipazione che ho l’onore di coordinare, e attraverso il programma Roma Unisce.

Nel 2024 viene approvato il regolamento dei Poli civici integrati di mutualismo solidale dall’Assemblea capitolina, che considera queste realtà soggetti dinamici di trasformazione urbana, in sinergia e coordinamento. Tale percorso virtuoso dà la cifra della buona cooperazione tra soggetti pubblici e soggetti civici, in direzione di un nuovo welfare con al centro i diritti, la giustizia sociale, la partecipazione.

Bibliografia:

Ricci F., Sateriale G., Ripartire dalle città. Editore, Futura, 2022

Benini F., Politiche del Quotidiano, il modello delle case di quartiere, 2025

Cellamare C, La Roma dei Poli civici Comune, Info, 2024

Benvenuto G, Maglie A., Questioni di Classi, Arcadia Edizioni, 2024

Gorrieri E., Parti uguali tra disuguali, Il Mulino, 2002


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