Lauso Zagato
Laureato nel 1971 in Storia contemporanea all’Università di Padova, ha pubblicato nel 1975, per l’Istituto dell’Enciclopedia italiana, la monografia W.E.B. Du Bois storico della Black Reconstruction. Attivo nei movimenti degli anni ’60 e ‘70, ha militato in Potere Operaio ed è stato coinvolto negli arresti del 7 aprile 1979 e nei processi che ne sono seguiti.
Laureatosi negli anni ’80 in Diritto della Comunità europea all’Università di Ferrara, ha frequentato tra il 1991 e il 1994 il Dottorato di ricerca in diritto della UE presso l’Università di Bologna (titolo conseguito nel 1995), e ha successivamente goduto di una borsa biennale di ricerca nella stessa materia a Ferrara. Abilitato nel 1999, ha avuto nel 2001 all’Università Ca’ Foscari la cattedra di diritto internazionale presso la Facoltà di economia; in tale Università ha insegnato anche Diritto della UE, Diritti umani e politiche di cittadinanza, e dal 2004 Diritto internazionale ed europeo dei beni culturali. E’ stato tra i fondatori, poi membro del Direttivo e quindi Direttore (2010-2012) del CIRDU (Centro interdipartimentale di Ricerca sui diritti umani). Dopo la riforma che ha portato alla chiusura dei centri interdipartimentali, si è trasferito nel Dipartimento di Filosofia e beni culturali ed ha partecipato alla Fondazione del CESTUDIR (Centro studi sui diritti umani), di cui è stato poi (2013-2015) il primo direttore fino al collocamento a riposo nel 2015. Ha peraltro continuato anche in seguito a tenere insegnamenti, in particolare il corso di diritto dei beni culturali. Dirige. la Collana on Line Sapere l’Europa, sapere d’Europa”, per le Edizioni Ca’ Foscari Digital Publishing. A livello scientifico ha privilegiato per una fase i temi legati al diritto internazionale ed europeo dell’economia e della proprietà intellettuale.
Il saggio del 2004 “Alcune clausole di salvaguardia dopo l’11 settembre e la Conferenza Ministeriale dell’OMC a Doha” è un punto di svolta, a partire dal quale ha privilegiato per un verso il diritto internazionale dei diritti umani, con particolare attenzione alla libertà di religione, alla Refugee Law; alla cittadinanza; alla tortura. Per l’altro verso si è occupato di diritto umanitario, con particolare attenzione alla protezione del patrimonio culturale e delle identità e differenze culturali in caso di conflitto. Nell’ultimo decennio si è occupato in particolare della salvaguardia del patrimonio culturale intangibile e in generale, della tutela delle identità/differenze culturali , del traditional knowledge dei popoli indigeni, ma anche, di recente, dei saperi tradizionali in relazione al c.d. artigianato d’arte.Dal 2014 è impegnato nella riflessione sulla Convenzione di Faro e sulle sue possibili conseguenze sul tessuto culturale-politico locale, italiano ed europeo, e portata avanti a Venezia sotto l’egida dell’Ufficio locale del CoE e la spinta di alcune associazioni, Faro-Venezia in particolare. Lo sforzo è di mettere in relazione le nuove tematiche lato sensu patrimonialistiche con i diritti umani, e con la difficile costruzione di una identità europea. Partecipa all’esperienza del Gruppo di Ricerca (interdisciplinare) sulla protezione del patrimonio e delle identità/differenze culturali che opera sotto l’egida della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla pace; in tale sede è impegnato in particolare in uno sforzo di ri-attualizzazione della nozione di genocidio culturale, e nell’approfondimento del tema della salvaguardia del patrimonio intangibile in caso di conflitto armato.