Marco Omizzolo

Sociologo laureatosi con lode all'università La Sapienza di Roma, consegue un PhD in sociologia presso l'università di Firenze, un master in europrogettazione e un altro iun Security studies and Peacekeeping International presso università di Romatre. È presidente di Tempi Moderni e docente a contratto in Sociopolitologia delle migrazioni per l'università Sapienza di Roma. È sociologo e ricercatore Eurispes da vari anni. Si occupa di studi e ricerche sui servizi sociali, sulle migrazioni, sul lavoro e sulla criminalità organizzata. È autore di numerosi saggi e ricerche nazionali ed internazionali in particolare sul lavoro gravemente sfruttato in agricoltura con riferimento ai lavoratori stranieri. Curatore di “Migranti e territori” (Ediesse editore) con Pina Sodano e autore di "La Quinta Mafia " (RadiciFuture editore) che ha avuto nella sua edizione revisionata (2022) la prefazione di Cafiero De Raho e la postfazione di Gian Maria Fara, di "Essere migranti in Italia" (Meltemi editore) e "Sotto padrone" (Fondazione Feltrinelli editore).

È stato visiting professor presso la Guru Nanak University e Lovely University (India). Ha collaborato con la coop In Migrazione, di cui è stato fondatore, presidente e responsabile scientifico, con l’Istituto Luigi Sturzo e con la rivista Libertà Civili del Ministero dell'Interno. Ha collaborato per alcuni anni come docente con il master “Immigrazione. Fenomeni migratori e trasformazioni sociali” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con numerose redazioni italiane. E' stato direttore editoriale de “La rivista di Servizio Sociale” dell'Istisss ed è membro della Consulta Nazionale Legalità della CGIL.

Ha organizzato uno dei maggiori scioperi contro lo sfruttamento e le agromafie, ossia quello del 18 aprile del 2016 insieme alla Cgil con oltre 4 mila braccianti indiani che vi parteciparono. Ha replicato questa esperienza negli anni successivi per due volte e occupato numerose aziende agricole insieme a braccianti indiani gravemente sfruttati allo scopo di denunciare le condizioni di emarginazione e sfruttamento alle quali erano condannati. Ha accompagnato oltre 150 lavoratori e lavoratrici di origine immigrata a sporgere denuncia contro padroni e mafiosi, e si è costituito, con alcuni di loro, parte civile in vari processi contro il caporalato e lo sfruttamento.

Nel 2019 il Presidente della Repubblica Mattarella lo nomina Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro le agromafie e lo sfruttamento del lavoro. E' stato anche insignito del titolo di Human Rights Defenders a Dublino per Frontline Defenders. Nel 2020 è stato candidato dall'Unesco al premio biennale “Madaneet Singh” assegnato alle personalità nel mondo che si sono contraddistinte per la lotta non violenta in favore dei diritti e della pace. È stato il primo italiano e il secondo europeo a ricevere questa candidatura.

Da alcuni anni vive sotto protezione da parte delle Forze dell'ordine per le numerose minacce di morte subite

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